Avremmo voluto raccontare l’ennesima impresa del nostro Gian (Gianluca Giacomini) ma a volte le cose non vanno per il verso giusto ed allora bisogna saper fermarsi, anche se può far male dentro almeno quanto ne provocano i problemi fisici che ci bloccano. Abbiamo chiesto a Gian di raccontarci la sua esperienza nella AUT170, ultra trail di 170 km con D+ 11.500 m
Adamello Ultra Trail 170 …. non riesco a pensare ad altro da una settimana …. forse SOLO perché non l’ho finita. Pensavo di averla preparata in ogni piccolo particolare, di essermi preparato fisicamente e mentalmente al massimo delle mie possibilità, di aver pensato a tutto e a tutti i possibili inconvenienti che possono insorgere in una gara come questa. Invece ho tralasciato qualcosa: cercare di non fami venire le vesciche …. La colpa è solo mia …. ci avevo pensato ma avevo tutto il necessario alla “base vita” sperando che fino ad allora non mi sarebbe servito. Sbagliato alla grande! Dal 35° km ho iniziato ad averne e solo grazie alle medicazioni dei volontari e a cerotti prestati ho resistito fino al 125° km. Dal 70° km circa avevo la sensazione di camminare scalzo sui vetri. Poi al controllo dei 125 km, dopo aver visto le calze piene di sangue, ho dovuto convincere la mia testa a non rischiare danni maggiori e ho dato retta al personale di gara. Lì è finita la mia avvenuta a livello fisico, ma la mia testa è ancora là …. Spiegarlo è difficile perché vivi quelle ore come se tutto ciò che è la tua vita quotidiana non esistesse, in quei momenti la mente si mescola con i rumori della natura, alla cadenza del passo, ad ogni singolo sasso scavalcato, ad ogni cima superata. Arrivano momenti in cui metti in discussione chi sei veramente e dentro di te è una continua lotta tra alti e bassi e adesso che sono tornato alla vita di tutti i giorni mi manca terribilmente tutto questo …. la sofferenza, i sorrisi dei compagni di viaggio, le telefonate dei miei famigliari per assicurami che sia ancora vivo, le luce del giorno e i lumi della notte, la bella gente dei ristori che ad ore improponibili ti rifocillano e ti aprono la casa come se fossi un amico da sempre. I lati positivi di questa avvenuta, a conti fatti, battono di gran lunga la delusione per non averla finita e ce ne sono tanti, anzi tantissimi ma quelli che hanno fatto la differenza maggiore sono …. gara fantastica preparata perfettamente dagli organizzatori, posti unici e panorami mozzafiato, Amici nuovi con la A maiuscola con cui ho condiviso gran parte del percorso e che mi hanno dato davvero tanto (soprattutto cerotti ahah), 120 k passati per la prima volta e quasi 9.000 m di D+. Insomma qualcosa di buono e bello me lo porto via, soprattutto lezioni sul campo che mi possono solo far bene per le prossime avventure. Grazie Adamello Ultra Trail, grazie a Diego Milani, ad Andrea, a super Paolo (l’uomo dello scotch) e a tutti gli altri concorrenti della gara che hanno reso unico il mio super viaggio. Grazie alla super mitica Vilma ed alla sua buonissima pasta alle 4 del mattino che spero di trovare l’anno prossimo (io non mangio pasta ma la sua era buonissima). Grazie soprattutto a mia moglie che mi permette di fare queste “pazzie” perché mi da la tranquillità e l’appoggio che neanche il miglior amico o preparatore atletico ti possono dare. Ci vediamo l’anno prossimo AUT170, perché l’anno prossimo si arriva a Vezza d’Oglio a piedi e non in auto, possibilmente senza vesciche ….